Rai News Punctum interviews our founding director (in Italian)

13 Mar 2015

In 2015 Cristina Bolzani, photographer and journalist at Rai, interviewed our founding director about Photocaptionist, its objectives, demographic, its exhibitions and various cross publishing projects for the Rai News Blog Punctum. (Please note the following article is in Italian).

Cristina Bolzani’s interview with our founding director Federica Chiocchetti for Rai News: Punctum, 2015

Photocaptionist, tra foto e scriturra. Intervista a Federica Chiocchetti

Dalla Rete fioriscono in questo periodo diverse proposte interessanti che raccontano il mondo della fotografia. Un esempio è MeMo Magazine, nata con l’obbiettivo di “creare una comunità e renderla una piattaforma condivisa per freelancer in modo da poter lavorare un po’ come un’agenzia”. Apre in queste ore anche Fotographia Online.

E da Londra arriva, ideato da Federica Chiocchetti, Photocaptionist, un progetto che interseca fotografia e scrittura in chiave letteraria e anche storica – come nel caso della mostra online Amateur Unconcern: A Photo-Literary Fantasia; un lavoro davvero originale e stimolante sulla Prima Guerra Mondiale, con immagini mai viste.

Cristina Bolzani: Come è nata l’idea (e il nome)  di questo magazine online che mette insieme fotografia e letteratura?

Federica Chiocchetti: Perdonami se inizio con pignolerie, ma ci terrei a precisare che non è un magazine online ma una piattaforma on e off line dedicata ai rapporti tra fotografia e scrittura. Pubblichiamo l’opera di artisti che lavorano con immagini e testi e ‘fabbrichiamo’ noi stessi composizioni foto-testuali, sia sul nostro sito che su siti altrui, online e riviste cartacee. Poco importa il formato, il Photocaptionist viaggia come una sorta di rubrica itinerante un po’ ovunque abbia senso e venga invitato. Le attività off line che organizziamo sono mostre foto-letterarie, presentazioni e simposi. L’idea è nata come una specie di spin-off dal mio dottorato che faccio alla University of Westminster di Londra e in realtà mi è venuta durante un sogno qualche anno fa. Ho sognato un tizio un po’ vecchiotto e scorbutico il cui job title era proprio ‘photocaptionist’, ovvero il suo compito era quello di rispondere alle innumerevoli fotografie ricevute con captions creative. Avevo bisogno di dare un senso un po’ più giocoso alle lunghe ore di ricerca alla British Library ed ecco che ho messo su la piattaforma.

CB: A chi si rivolge Photocaptionist?

FC: A chiunque sia interessato alla fotografia e/o alla scrittura intesa in senso ampio: letteratura, poesia, non fiction, lettere, appunti… a chiunque creda nel concetto di ‘slow criticism’ e abbia voglia di assaporare un po’ alla volta e con calma riflessioni, a volte in pillole, a volte più approfondite, sul rapporto tra immagini fotografiche e testo. Se internet è il luogo della frenesia dove circolano una quantità ineffabile di immagini di qualsiasi tipo e qualità che letteralmente ci bombardano, mi piacerebbe pensare che i lettori fanno visita al Photocaptionist per avere un momento di calma, gustarsi delle immagini selezionate con la massima passione e cura, e leggere degli spunti di riflessione che invoglino a riesaminare le immagini con occhio più critico, senza imporre nessun credo o dogma.

French Amateur Photographer Monsieur Chiquet, Rabbit and Pheasant Hunting, 1912-1919, from Amateur Unconcern: A Photo-Literary Fantasia, courtesy Archive of Modern Conflict

CB: E’ (anche) il tentativo di inaugurare un genere ‘crossmediale’ foto-letterario?

FC: Assolutamente si. La speranza e ambizione è quella di diventare un punto di riferimento per artisti che lavorano con fotografia e parole e di produrre e/o commissionare composizioni foto-letterarie. Ad esempio stiamo per lanciare un nostro progetto di ricerca foto-letterario nella forma di online exhibition per il festival di fotografia FORMAT (Derby, UK). S’intitola Amateur Unconcern: A Photo-Literary Fantasia e analizza gli anni della Prima Guerra Mondiale dal punto di vista del distacco politico, mescolando passaggi dell’opera Heartbreak House di George Bernard Shaw con materiale fotografico mai visto prima di fotografi amatoriali intenti a continuare la loro vita privilegiata di relax e a coltivare i loro hobbies, mentre il resto del mondo è nel panico per la guerra. È una collaborazione con la collezione privata dell’Archive of Modern Conflict.

From Endframe, the Photocaptionist’s monthly series of photo-literary explorations in the British Journal of Photography, Print issue February 2015

CB: Sul British Journal of Photography Photocaptionist ha inaugurato uno spazio sulle ‘esplorazioni foto-letterarie’. Qualche esempio?

FC: Abbiamo inaugurato la ‘rubrica di chiusura’ (endframe) del BJP con il lavoro di un artista italiano, Tommaso Tanini, del collettivo Discipula. Il progetto si chiama H. said he loved us ed è una ricerca foto-letteraria che indaga l’impatto di un regime oppressivo totalitario sulla psicologia delle persone. Tanini ha passato diversi anni in Germania a fotografare le storie di personaggi che sono stati denunciati alla STASI da parenti o amici, persone con cui, in teoria, avevano un legame affettivo. Ispirato dal romanzo di Corrado Alvaro, L’uomo forte, Tanini mescola documenti originali, ritratti, passaggi tratti dal romanzo con note e paesaggi urbani, che ricreano quella che è la sua visione del vivere in uno stato di costante diffidenza, sospetto e oppressione. Un altro esempio che uscirà a breve è il lavoro del fotografo francese David Fathi, Anecdotal, sulle storie collaterali e meno note dell’epoca della Guerra Fredda e dei test nucleari. Fathi è il vincitore di un premio che il Photocaptionist ha organizzato in collaborazione con il festival di fotografia FORMAT. […]

For the full version of Federica’s interview please click here.